19 Marzo 2024

La cultura del letto ad acqua, che prima sembrava un bene riservato a pochi, si sta diffondendo anche in Italia. Nell’articolo che vi propongo qui sotto è descritta la storia del letto ad acqua dalla sua origine ad oggi e le offerte che possiamo trovare oggi sul mercato. Il primo letto ad acqua fu creato nei primi anni del 1800 per l’amore di un fisico inglese, Neil Arnott, nei confronti della moglie, costretta a letto per una brutta caduta da cavallo e afflitta da dolorose piaghe da decubito.

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Il fisico, non sopportando la visione di tale dolore, cominciò a pensare che la moglie avrebbe dovuto paradossalmente dormire sull’acqua, l’unico elemento esistente in natura in grado di sostenere il corpo senza pressioni. L’illuminazione venne da lì a poco: in effetti era possibile, bastava racchiudere l’acqua in un sacco impermeabile. Così nacque il primo materasso ad acqua e così la signora Arnott guarì completamente dalle piaghe da decubito. Il Dott. Arnott viveva in campagna, era schivo e poco propenso a un utilizzo propagandistico delle propria scoperta. Testimoniò l’accaduto con degli appunti, ma nulla più. E per molti anni il suo, rimase l’unico materasso ad acqua d’Inghilterra. Probabilmente non è così, ma ufficialmente non si trovano più testimonianze di un letto ad acqua, fino al 1883 anni in cui un certo Dott. William Hooper, condusse per un anno una sperimentazione su una cinquantina di pazienti impossibilitati ad alzarsi dal letto per un lungo periodo, dimostrando al mondo scientifico di allora come un materasso ad acqua potesse alleviare tutte quelle escoriazioni e piaghe inevitabili per i malati di lunga degenza.
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Il materasso però non ebbe successo per ovvie ragioni pratiche. Non sempre a quei tempi era disponibile un punto di approvvigionamento d’acqua vicino alla camera da letto (i materassi chiaramente vanno riempiti in loco perché una volta pieni d’acqua raggiungono i 400/500 kg) e anche l’idea di trasportare grandi quantità d’acqua risultava poco praticabile, soprattutto su larga scala. Ma intanto il seme era stato gettato e qualcuno, come riportavano le cronache del tempo alla sua scomparsa, avrebbe saputo coglierne i frutti. Così avvenne, ma ci volle quasi un secolo.

Era il 1968 quando il Dr. Thornhill, direttore del reparto di Medicina Riabilitativa dell’ Harlem Hospital Center di New York e l’assistente responsabile del reparto infermieristico Miss Williams, presentarono alla convention annuale della National Medical Association una ricerca-studio condotta su una serie di pazienti dell’Harlem Hospital, intitolata “The Fluid Mattress in the Management of Pressure Sores” (I materassi ad acqua nella gestione delle piaghe da decubito).

Alla ricerca venne riconosciuto il primo premio NMA per l’anno 1968. Il letto ad acqua  muoveva i suoi primi passi in società, ma gli mancava ancora un po’ di stile, un tocco di design. L’occasione la colse al volo Charles Hall, uno studente di design della San Francisco State University, che per primo nello stesso anno disegnò e brevettò il primo letto ad acqua di concezione moderna, con tanto di supporti laterali e vasca di contenimento alla quale poi coordinare, in un comparto stagno adiacente, un primo sistema elettrico per il riscaldamento e il raffreddamento dell’acqua. Molte aziende si interessarono a quel prototipo e così nel giro di qualche anno alcuni produttori di materassi si buttarono sulla novità del momento e il letto ad acqua vide gli albori della produzione industriale. Proprio in quegli anni, negli Stati Uniti e in alcuni paesi scandinavi, nascevano le prime cliniche del sonno nelle quali sperimentare la leggerezza del sostegno dei nuovi letti ad acqua. In questo modo nell’immaginario collettivo divennero uno status symbol, un’icona di ricchezza – in effetti a quel tempo i costi erano realmente proibitivi – ma anche di trasgressione, forse proprio grazie al fondatore di Playboy, Hugh Hefner, che in quel periodo anni amava farsi fotografare sdraiato su un enorme letto ad acqua rotondo e chiaramente sempre circondato da uno stuolo di belle “conigliette”.

Anche Mick Jagger dichiarò di dormire su un letto ad acqua, e altrettanto iniziarono a fare molte altre star del rock e del cinema come Liz Taylor e Marlon Brando. Ma, certamente per i costi, forse per la complessità dell’installazione, allora superiore ad oggi, e non ultimo per la simbologia sessuale ad essi collegata, i letti ad acqua non entrarono mai nelle case dell’America “normale” e puritana del tempo. Parallelamente continuarono le sperimentazioni cliniche e nei primi anni ‘80 divenne celebre, nel mondo degli specialisti, uno studio condotto in collaborazione tra il Columbia Hospital e L’Università del Missouri, in cui si mettevano a confronto i dati clinici di una serie di persone paraplegiche che avevano dormito monitorate su quattro tipi diversi di materassi, di cui uno ad acqua. Dallo studio comparato emerse chiaramente che da ogni punto di vista il materasso ad acqua risultava più salutare e meno invasivo.

Molti ospedali e cliniche private iniziarono ad adottarne alcuni  e nel giro di pochi anni, in quei contesti sterili e asettici,  i letti ad acqua iniziarono un percorso di “redenzione”: non più icone di una sessualità trasgressiva, ma nuovi simboli del dormire sano e naturale.
Anche le tecnologie applicate alla produzione cambiarono profondamente portando alla diffusione di letti ad acqua più economici e stabili, soprattutto grazie all’inserimento, all’interno dei materassi, di nuovi materiali ammortizzanti.

Nel 1990 il Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics (JDBP) pubblicò una nuova ricerca condotta dal reparto Psichiatria e Scienze Comportamentali della celeberrima Università di Stanford, nella quale si documentavano gli enormi benefici riscontrati in un gruppo di 52 neonati, fatti coricare sperimentalmente su una nuova tipologia di materassi ad acqua. Molti quotidiani ripresero la notizia e molti medici cominciarono a comprare per sé e a consigliare ai pazienti materassi ad acqua con strati stabilizzanti e termoregolazione. Fecero la fortuna di alcuni produttori: le vendite, soprattutto nelle grandi città americane e nei paesi del Nord Europa decollarono.

All’inizio del 2000 i letti ad acqua fanno capolino anche in Italia: li si inizia a trovare nei centri benessere, nelle saune, nelle zone relax degli alberghi, ma non ancora nelle case o almeno non in quelle della gente comune. Oggi i prezzi decisamente più abbordabili, i nuovi e sicuri sistemi di termoregolazione e le nuove tecnologie, che hanno reso i materassi ad acqua molto più stabili, lasciano presagire potenzialità ancora inespresse del nostro mercato, che forse ancora disinformato è rimasto ancora legato a vecchie percezioni di costo e di rischio, come quello che si possano rompere e inondare la camera da letto, cosa praticamente impossibile, vista l’estrema resistenza dei materiali di rivestimento e l’esistenza di una vasca di contenimento a perfetta tenuta stagna.

ACQUABED: dalla Germania i letti ad acqua più certificati d’Europa
Da alcuni mesi, grazie a una nuova società, Rosandrè Srl, sono arrivati anche in Italia i sistemi letto ad acqua AcquaBed. “Sono il non plus-ultra della tecnologia moderna applicata alla produzione di letti ad acqua – spiega la titolare Carla Biraghi – prodotti in Germania, sono gli unici disponibili in Europa a vantare certificazioni TUV di tutti i tipi, da quelle sui materiali utilizzati a quelle sull’impianto di termoregolazione, da quelle di ergonomia a quelle di durevolezza.

Fonte: arkidesignblog.it

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1 thought on “Letto ad acqua: una nuova cultura che sta arrivando anche in Italia!

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